Calvizie: la crisi economica fa perdere i capelli

Crisi economica tra le cause della calvizie

Secondo un recente studio, la crisi economica incalzante sarebbe all’origine di stress e di nervosismo che scatenerebbero, a loro volta, malattie autoimmuni, tra cui le patologie cutanee, di cui si è registrato un sensibile aumento. Tuttavia, la conseguenza più preoccupante dello stress da crisi è rappresentata soprattutto dal dilagare delle calvizie, con un aumento del 15% circa.

Lo studio è stato condotto da alcuni esperti dell’IHRF, fondazione di ricerca per la patologia sui capelli, presieduta dal dottor Fabio Rinaldi, docente presso l’Università Sorbona e dermatologo, che ha analizzato gli effetti dello stress da disoccupazione e l’impatto della crisi economica sulla popolazione. La ricerca, iniziata a gennaio, si è conclusa recentemente, ed ha coinvolto più di 100 dermatologi, con il risultato che la crisi economica ha avuto un forte impatto non soltanto sulle tasche degli italiani, ma anche a livello fisico, sulla loro pelle e capelli.

Che lo stress favorisse l’insorgenza di diverse malattie cutanee come la psoriasi, la dermatite seborroica, l’alopecia areata e la calvizie, era notizia ben nota. Ma lo studio ha evidenziato che uno stress specifico dovuto alla crisi economica si riflette ancor di più sul sistema immunitario, debilitandolo. Questa rappresenta la realtà di tutti coloro che affrontano la perdita o la ricerca incessante di un lavoro o, più in generale, che si trovano a vivere una condizione di instabilità continua.

Relazione tra crisi economica e calvizie: cosa dicono gli studi?

Lo studio milanese ha preso in esame un campione di 634 individui adulti sia di sesso femminile che maschile, di età compresa tra i 35 e i 58 anni, che hanno subìto la perdita del lavoro. Gli esperti hanno potuto osservare la prima comparsa di chiazze di alopecia areata nel 6% dei soggetti, mentre la media normale è del 2%, calvizie importante e cronica nel 47% dei casi, dermatite seborroica e psoriasi nel 18%, prurito diffuso nel 34% . In più, anche se con un’incidenza inferiore, sono state notate molte altre malattie cutanee riferibili allo stress.

A tal riguardo, il dottor Fabio Rinaldi ha dichiarato che “la ricerca dell'IHRF ha in effetti evidenziato che persone sottoposte allo stress derivante dalla perdita del lavoro sono soggette a un netto aumento di molti sintomi di malattie cutanee più o meno gravi, tra cui la calvizie e la comparsa di prurito. Naturalmente in molti casi l’aumento dei livelli di stress facilita la recidiva di patologie cutanee già esistenti”.

Lo stress si ripercuote soprattutto sulla pelle e sui capelli, in quanto questi sono tra gli organi più sensibili alle sollecitazioni del sistema immunitario, per la loro necessità di alta energia e di bilancio delle difese anticorpali. Inoltre, dallo studio è emerso anche che è necessario intervenire per fronteggiare qualsiasi patologia originata da stress, mediante psicoterapia affiancata, se necessario, dall’assunzione di tranquillanti. È anche importante avere una valutazione dermatologica per verificare l’importanza della patologia cutanea e intraprendere una terapia adeguata.