Il virus dell’influenza aviaria uccide un uomo in Cina

Virus dell’influenza aviaria: dopo 18 mesi ritorna a colpire

La prima vittima del virus dell’influenza aviaria è stato un uomo cinese di 39 anni che ha manifestato i primi sintomi il giorno 21 dicembre ed è stato ricoverato dopo 3 giorni ma, purtroppo le cure sono state inutili perché il 31 dicembre, proprio la vigilia di capodanno, è stato annunciato il decesso del Signor Chen.

Shenzhen, la città natale dell’uomo colpito dal virus dell’influenza aviaria, prima dell’accaduto era già stata posta sotto il controllo dei medici locali, erano, infatti, stati effettuati alcuni test su carcasse di polli le quali erano risultate positive al virus dell’influenza aviaria.

Tale scoperta ha messo in allerta tutta la popolazione della piccola cittadina che ha, ovviamente, evitato di acquistare e vendere pollame, e sono , inoltre, stati uccisi ben 19.000 polli provenienti dai mercati di Hong Kong.

Virus dell’influenza aviaria: dal 1996 ad oggi ha causato 336 decessi

Il primo caso di virus di influenza aviaria, sviluppatosi in un essere umano risale al 1996 ad Hong Kong, e provocò la morte di 6 persone nel giro di pochi mesi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato circa 537 casi di virus dell’influenza aviaria negli essere umani dall’anno 2003 fino ad oggi, che hanno causato 336 decessi di cui 26 in Cina.

Oltre al Signor Chen nell’anno 2011 è morta anche una donna in cui è stata riscontrata la presenza del virus dell’influenza aviaria, però, questa volta, nell’isola indonesiana di Bali.

Virus dell’influenza aviaria: si trasmette solo tramite contatto diretto con l’animale

Gli specialisti tranquillizzano la popolazione cinese affermando che il virus dell’influenza aviaria non può essere trasmesso da uomo a uomo ma solo ed esclusivamente tramite contatto diretto con il volatile. A lanciare la calma è stato il Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie di Shenzhen, proprio la città dove si è verificato il decesso.

Questa affermazione suggerisce che molto probabilmente, l’uomo deceduto il 31 dicembre è stato contagiato tramite il contatto diretto con un uccello infetto e perciò almeno per adesso non si tratta di una varietà trasmissibile da una persona all’altra.

Tuttavia, rimane comunque il pericolo, come con tutti i ceppi virali, che accada un’ulteriore mutazione del nuovo virus dell’influenza aviaria che sia capace di renderlo trasmissibile da un uomo all’altro, per cui è bene comunque stare allerta e prestare attenzione.