In fase di sperimentazione un vaccino per il diabete di tipo 1

In arrivo il vaccino per il diabete di tipo 1

Grazie allo studio condotto da alcuni scienziati del Massachusetts General Hospital di Boston e pubblicato sulla rivista “Plos One”, un vaccino vecchio di 100 anni potrebbe segnare una svolta epocale per quanto riguarda la terapia del diabete di tipo 1. Si tratta di un vaccino utilizzato per prevenire la tubercolosi in cui veniva impiegato il cosiddetto bacillo Calmette-Guérin che, secondo gli esperti, si è rivelato efficace per l'inversione degli effetti prodotti dal diabete e potrebbe divenire fondamentale per la creazione di un vaccino per il diabete.

In particolare, il bacillo di Calmette-Guérin è un microrganismo che deriva da un ceppo di Mycobacterium bovis e che fu isolato dal batteriologo Albert Calmette e dal veterinario Camille Guérin, i due ricercatori francesi dell'Istituto Pasteur di Lille da cui prende il nome. Tale scoperta servì per creare un vaccino contro la tubercolosi, infatti il bacillo si rivelò resistente al Mycobacterium tubercolosis, l’agente eziologico della malattia tubercolare.

Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, quest’ultimo rappresenta una malattia autoimmune causata dall'aggressione da parte delle cellule T del sistema immunitario delle altre cellule preposte nel pancreas alla produzione dell'insulina. Studi precedenti hanno mostrato che la proteina denominata Tnf (Fattore di necrosi tumorale) è in grado di colpire efficacemente le cellule T, ma non è possibile iniettarla direttamente in quanto è altamente tossica. Per questo, i ricercatori sono giunti alla conclusione di servirsi del bacillo per aumentare in maniera naturale i livelli della Tnf, antagonista delle cellule T.

Vaccino per il diabete di tipo 1: via alla sperimentazione

Attualmente il vaccino per il diabete di tipo 1 è in fase di sperimentazione, condotta su sei pazienti diabetici affetti dalla patologia da 15 anni. I volontari hanno assunto due dosi di vaccino o di placebo ad un mese di distanza l'una dall'altra e, nei cinque mesi di follow up, due dei tre pazienti che avevano assunto il vaccino per il diabete hanno fatto registrare una ripresa graduale della produzione di insulina e, al tempo stesso, una diminuzione delle cellule T nell'organismo.

Nel gruppo di volontari trattati con placebo, un paziente ha avuto la stessa reazione, ma questo non era dovuto all'effetto psicologico del placebo ma, al contrario ad un'infezione da virus di Epstein-Barr, che provoca un aumento della proteina Tnf. Per il momento gli esperti non si espongono e i ricercatori hanno soltanto dichiarato che “in questo caso il bacillo non è usato come vaccino, e andrà somministrato regolarmente. Nel test di fase 2 che è già in corso cercheremo di stabilire la dose e il tempo di trattamento più efficaci”.