Ritrovare la linea senza uno spreco eccessivo di denaro o sacrifici particolari è possibile, grazie al digiuno intermittente, ovvero un regime alimentare che prevede l’astensione dal cibo per un periodo di tempo che può andare dalle 16 alle 24 ore al massimo per settimana, soltanto con l’aiuto di buon senso e autodisciplina.
A sostenere la tesi del digiuno intermittente è Fabio Piccini, medico e psicanalista, specializzato in disturbi del comportamento alimentare e obesità e membro ordinario dell’International Association for Analytical Psychology (IAAP) di Zurigo. L’esperto propone diversi e possibili schemi di digiuno ad intermittenza, rivedendo, inoltre, la teoria secondo cui la colazione del mattino sia il pasto più importante della giornata.
Il digiuno intermittente può essere utilizzato da tutti, sia da chi si allena ogni giorno in palestra o da chi è in sovrappeso ed ha necessità di tornare in forma, sia dagli atleti professionisti o dagli sportivi amatoriali e, ancora di più, da chi non ha ottenuto alcun risultato seguendo altre diete dimagranti.
Un aspetto importante della dieta intermittente è che non è necessario l’impiego di prodotti dietetici che il più delle volte si rivelano particolarmente costosi, ma per dimenticare le cattive abitudini sono sufficienti semplici regole, comportamenti alimentari adeguati e pazienza. Il successo è confermato da alcune ricerche effettuate negli Stati Uniti dal National Institute on Aging di Baltimora, tuttavia, è opportuno sottoporsi a controlli medici ed esami del sangue mirati alla valutazione dell’attività metabolica prima di intraprendere un qualunque percorso terapeutico per tornare in forma.
Piccini, autore di “Pane al pane e vino al vino” ha dichiarato di occuparsi da anni di alimentazione e dei disturbi ad essa correlati e facendo ricerche su questi temi è giunto alla conclusione che il digiuno è la più semplice e la più sottovalutata delle vie per arrivare alla salute metabolica, all’efficienza del corpo e ad una linea perfetta.
L’esperto sottolinea, però, che non si tratta di lunghi digiuni, che si rivelano dannosi, ma di rallentare la frequenza dei pasti in alcuni giorni della settimana o in alcuni periodi dell’anno allo scopo di riattivare tutta una serie di geni protettivi di cui il corpo umano è dotato e che ne proteggono la salute e ne incrementano la longevità.
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